ALIMENTAZIONE BARF E DIETA PALEOLITICA

Quando si affronta l’argomento “Paleo dieta” si fa riferimento ad un ritorno alle origini, quindi a quello che un tempo era il regime alimentare , costituito da prodotti non trattati .

Questo prevedeva l’assunzione di alimenti con una componente proteica maggiore rispetto quella dell’alimentazione odierna , e ricchi di omega-3 ,oggi pressocché assente nelle carni provenienti da allevamenti.

I carboidrati , che svolgono un ruolo fondamentale , venivano invece assunti dalla frutta e verdura.

L’uomo del paleolitico si nutriva di piccoli e ricorrenti pasti, oggi invece l’uomo moderno è più abituato a mangiare tanto , ma poche volte al giorno, il ché ha un impatto nettamente negativo sulla stimolazione ormonale  insulinica.

Egli , oltremodo, riusciva a dissociare in maniera corretta gli alimenti evitando di mischiare micro e macronutrienti diversi tra loro, allo scopo di digerirli e assorbirli al meglio.

Un “back to the origins” basato su una filosofia alimentare, controversa, spesso non del tutto accettata dalla comunità scientifica contemporanea , ma che non perde tempo a risultare benefica e stimolante per la gran parte degli individui che la adottano.

Ma è possibile fare “keep an eye on the past” anche per quanto riguarda i nostri fedeli amici a quattro zampe?

La risposta è SI !

DIETA BARF

L’esempio più ricorrente, che sta prendendo largamente piede negli ultimi decenni, è proprio la dieta BARF. BARF è l’acronimo che sta per “biologically appropriate raw food “ ( cibo crudo biologicamente appropriato).

È  stato coniato per la prima volta da Debbie Tripp, la quale  con questo termine indicava sia le persone che alimentano i propri animali domestici con cibo fresco e crudo che per indicare il cibo stesso.

Questo regime alimentare si basa sulle abitudini degli antenati dei nostri amici pelosi, lupi e gatti selvaggi , i quali cacciavano il cibo e lo consumavano fresco e crudo.

Questi animali si sono evoluti per milioni di anni con una dieta naturale a crudo e che pertanto vedono come fonte ideale di cibo, i cibi processati infatti, non rappresentano ciò per cui l’animale è stato biologicamente programmato a nutrirsi durante il processo evolutivo .

Non occorre quindi “ condannare “ l’animale a non conoscere il reale sapore di un alimento naturale.

Questa alimentazione si è adattata in maniera tale da imitare quanto più possibile l’alimentazione dei piccoli mammiferi selvatici, originariamente carnivori, di un tempo .

Tutto questo sulla base di vantaggi e benefici riscontrabili in breve tempo , quali ad esempio : un aumento dell’energia dell’animale, denti più puliti e alito meno pesante, pelo più folto e lucido con un odore nettamente meno forte, articolazioni e muscolatura più rinforzata e un netto aumento dell’assorbimento di proteine e vitamine, che con la cottura verrebbero in parte disperse.

Come l’uomo, infatti cerca di avere un alimentazione quanto più varia e il più possibile priva di elementi deleteri, tanto l’animale ,che segue questo regime, si distanzia notevolmente da tutti quei cibi industriali, raffinati, ricchi di conservanti , additivi ed esaltatori di sapidità altamente nocivi.

Il riscontro molto frequente dell’aumento di malattie gastrointestinali e renali, lo sviluppo  di tumori e patologie cardiovascolari ,a carico dei nostri animali domestici , ha portato a questo cambio di prospettiva , volto ad un’alimentazione più sana ed equilibrata , in grado di proteggere e mantenere sano nel tempo il loro sistema immunitario e a prevenire l’insorgenza di tutte queste patologie .

In molti sostengono questa linea di pensiero, anche perché vedono di fondamentale importanza il conoscere con certezza cosa stia mangiando il proprio animale , avendo in prima persona composto il suo pasto , al contrario di quanto succede con il cibo industriale , in cui il riconoscimento degli ingredienti è scarsissimo.

BILANCIAMENTO NUTRIZIONALE

La dieta BARF è composta da:

– 60%  ossa con carne e muscolo ( la proporzione da rispettare deve essere 50% ossa e 50% carne . Si possono includere anche pesci come: salmone, sardine , sgombro e acciughe interi. Sono comprese  le interiora crude),

– 25% solo carne ,

– 15% da frutta e verdura o uova crude (bisogna fare attenzione ad alcuni alimenti che possono risultare nocivi come : uva ,cipolla , cioccolata, aglio e avocado).

Il bilanciamento nutrizionale varia in base al pasto, alcuni preferiscono utilizzare un ampia gamma di ingredienti credendo che questa provvederà ad un più completo bilanciamento rispetto ad un singolo ingrediente primario, altri invece raccomandano la supervisione di uno specialista per verificare l’adeguatezza dell’alimentazione.

Di solito gli integratori non sono utilizzati in questo modello, ma molti proprietari/ allevatori aggiungono olio di pesce per compensare il basso livello di acidi grassi ( omega-3) in animali allevati a cereali.

Si potrebbe comunque ovviare a questa integrazione somministrando carne di animali nutriti al pascolo , la quale ha un contenuto di omega-3 più che doppio.

PRO E CONTRO

Su questo argomento i pareri sono contrastanti.

Molti oppositori delle diete a crudo temono alcuni potenziali rischi derivanti da questo tipo di proposta alimentare.

Tra questi vengono citate fratture dentali, proliferazioni batteriche, virali e parassitosi.

Sono convinti inoltre che questo genere di alimentazione  possa  innescare nell’animale un’ istinto primordiale , tale da renderlo notevolmente più aggressivo.

Opinione del tutto infondata, in quanto questo regime tende a rimarcare un comportamento più tranquillo ed equilibrato dovuto all’appagamento derivante da cibo naturale e da tempi di digestione molto più veloci.

I fautori  sostengono che somministrare ossa polpose e crude riduce i rischi di perforazioni intestinali e che i rapidi tempi di digestione richiesti da questo modello alimentare (2-3 h ) non consentano la proliferazione di virus e batteri.

Oltremodo consigliano di abbattere alcune tipologie  di carne in modo da azzerare il pericolo di parassitosi .

Secondo loro l’apparato digerente ed il sistema immunitario di un carnivoro sano è in grado di gestire le cariche batteriche esistenti sulle carni crude e che sia sufficiente utilizzare delle accortezze per evitare le parassitosi, come ad esempio congelare le carni di pesce azzurro per 96 h , o per 40 giorni le carni di suini e selvaggina, proprio per evitare trichinellosi o il morbo di Aujesky o pseudorabbia.

Per quanto riguarda il rischio di zoonosi ( una qualsiasi malattia infettiva che può essere trasmetta dagli animali all’uomo e viceversa, direttamente  per contatto , o indirettamente tramite organismi vettori o ingestione di alimenti infetti ) è bene che chi gestisce e maneggia carni crude applichi ogni regola imposta dal buon senso, eviti quindi in ogni modo le contaminazioni , tenendo per esempio separate le carni ad uso umano da quelle ad uso animale, evitare di toccarsi occhi , naso e bocca dopo aver maneggiato carni crude .

Tutti i proprietari che somministrano questa tipologia di alimenti al proprio animale possono vantare una grande vitalità e sprint sportivo da parte dei loro simpatici amici a quattro zampe .

Questa è l’ennesima riprova che se anche l’uomo si alimentasse secondo natura, probabilmente si ammalerebbe di meno ed avrebbe una vita “dignitosa” come il suo antenato!

Optio vobis est!

Ringraziamenti: Articolo scritto da Claudia Di Cuzzo

 

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Riferimenti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1476634/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6849757/

https://it.wikipedia.org/wiki/Dieta_BARF#:~:text=La%20dieta%20BARF%20consiste%20nell,ossia%20cibo%20crudo%20biologicamente%20appropriato

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1250243/

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